martedì 6 maggio 2008

IL RICHIAMO DELLA FORESTA FASCISTA


Si può andare contro la propria natura, una, due, tre volte, ma prima o poi, la natura stessa si ribella e non ne vuole più sapere di essere violentata E' quello che è capitato al nuovo Presidente della Camera dei Deputati Fini, che non ce l'ha fatta a mantenersi misurato come, invece gli riusciva abbastanza bene da un po' di tempo in qua.
E, al fine di mostrarsi comprensivo con i suoi camerati fascisti e nazisti ha finito col mettere sullo stesso piano un comune reato d'opinione quale quello, puramente simbolico, di vilipendio della bandiera con un ferocissimo assassinio gratuito che ha stroncato la giovane vita di un ragazzo incolpevole.
Ma non gli è bastato, ha perfino aggiunto che l'omicidio del ragazzo di Verona, ad opera del branco nazifascista, è meno grave del vilipendio alla bandiera di Israele ad opera di alcuni manifestanti dei Centri sociali di Torino.
Eccesso di patriottismo?
Non ci risulta un pari fervore in difesa della bandiera italiana quando questa fu ingiuriata nel peggiore dei modi dal suo alleato di governo Bossi. A cosa è dovuta, allora, tanta passione per la bandiera d’Israele? All’amore viscerale per gli ebrei?
Non direi. Per un fascista come lui che ancora nel 1992 celebrava il 70° anniversario della Marcia su Roma con il saluto romano a Piazza Venezia, luogo della memoria sacro per i fascisti e i nazisti, non è credibile tanto fervore per la causa degli ebrei.
Chissà quanti dei suoi camerati si sono fatti delatori di quegli ebrei che, proprio a causa di questa immonda collaborazione, furono, in seguito, deportati ad Auschwitz da dove non sono più tornati!
Certo si può anche cambiare idea, e ci si può anche, autenticamente, pentire e sperare nel perdono.
Ma allora, in questi casi, la cosa migliore è il silenzio.

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